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La realtà surreale di Marida Maccari


Vi è qualcosa di naturalmente creativo che si agita nell' interno della spiritualità della Maccari e che si conclude in rapide e inedite composizioni che esaltano visioni di terra e di cielo, con immaginari scenari e folte e virtuali foreste di luci. E' la stessa pittrice ad offrirci una strana biografia di se stessa: ella dice di porre alla base della sua fantasiosa produzione una non comune e scapigliata vivacità intellettuale e anche una lettura lirica della realtà.

Non confessa mai la filosofia che guida il suo percorso - che potrebbe anche celare tensioni e impensare esistenzialità - ma ci offre la sua spensieratezza giovanile che, giustificando il suo girovagare da linguaggio a linguaggio, da poetica a poetica, ci rivela con le opere quanto ella sappia ascoltare i suoi impulsi psicologici che la conducono alla sincerità della ricerca e delle sue libere invenzioni: quindi, fedeltà assoluta alle traduzioni rapide e tenerissime delle sue intuizioni in manipolazioni espressive che uniscono luce e sogno, talvolta collocando piani e colori in equilibrate dinensioni post-impressionistiche ("Profumo di casa", 2008) e tal' altra ricorrendo ad irruzioni di viva irrazionalità capace di spezzare intenzionalmente l' armonia naturale della realtà per giungere a sfiorare l' informale ("Dove natura crea",2007; "Sciogliere le ombre",2008).

La sua posizione spirituale è fortemente "positiva" in rapporto al divenire concreto delle cose e al partecipare ai fatti della vita, per cui ogni elemento può porsi come segno di speranza proprio secondo il suo particolare collocamento sulla tela (" Luce", 2008), esaltando sempre l' elogio del Bello e dell' Amore quali simboli costanti di una felicità da conquistare. Inoltre, accompagnare il dipinto con la poesia - evidenzia già una auspicata sequenza di accordi creativi, oltre ad una identità di significanti che consegnano al lettore i significati appropriati. Anche il senso creativo, che stimola l' uso di matite carboncini pastelli, rivela le tante strade dei segni che vanno "dritti al cuore" in cerca di un Bello già amato come assoluto prima del suo esistere come dipinto. Si tratta, per la Maccari di una ricerca continua verso una preannunziata categoria che giustifica la fatica e l' impegno, realizzabili in poesia musica e pittura quali messaggi liberatori diversificati ma sostanzialmente omogenei.

In questo spirito puo' nascere su una superficie giallo-rossa un profilo di figura che penetra nella materia luminosa di un cosmo splendente che preme un cuore al centro di una energia che tende a salire fino al sole (" Oltre gli occhi", 2008). E dal mare possono alzarsi fioriture di foglie guidate da un filo sottile che sale e unisce cielo e terra (" Pace", 2003). Oppure un volto che si pone parallelo al mare azzurro o alla collina rosa, e talvolta dalla bocca fuoriesce un soffio che umanizza la visione ("Speranza",2003); "Soffio", 2003).

La Maccari vive a suo modo gli spostamenti, le dinamiche delle sue composizioni: masse di carne e terra- come onde e cieli e colline- si affiancano orizzontalmente per testimoniare una simbiosi che esiste già in natura e che la pittura vuole testimoniare. Talvolta una girandola giallo-rossa pare suggerita dalla memoria dei paesaggi di Van Gogh e, quando ciò accade, lo scenario cambia e da trasparente e limpido (" Un fiore sulla paura", 2004) diventa aspro e bruciato (" Terra bruciata") magari affiancato contemporaneamente da opere tradizionali pur dipinte ad alto livello secondo schemi impressionistici ( Luce nel bosco", 2006); "Serenità", 2004). L' artista ha a disposizione diversi modi del fare pittura e li usa secondo situazioni ed umori legati al momento, quasi urgesse un eclettismo formale ed imprevisto da soddisfare: ad un incantevole giardino fiorito si unisce un' inquietante (" Vita morte vita", 2004) in cui ad una velatissima distesa di mare si unisce una serie di segni che infrangono un cielo cupo, un' esistenza aspra, a cui i versi poetici che li accompagnano offrono romanticamente gioia e amore, valori a cui l' artista continuamente ricirre.

Tutta l' opera della Maccari merita una giusta attenzione, sia se vista come espressione di rispetto verso canoni di assolutezza formale, sia quando l' invenzione si unisce alla sua energia positiva per tentare soluzioni non figurali ma colme di mistero e inquietudine. Mi pare che la sua posizione sia fondata su una ricerca liberatoria tale da far correre all' artista rischi e pericoli, ma che un certo rigore formale riesce sempre a salvarla dal sentimentalismo comune.

Si tratta di una pittura che esalta lo spettacolo luminoso della natura a cui la Maccari sa partecipare con impegno rilevante e sa trasferirvi dentro la nostra comune attesa di bellezza. Esistono aspetti della vita a cui la Maccari sembra non fare attenzione- la crudeltà e la materialità- ma i suoi "profili" di volti documentano sempre una presenza umana che redime la materialità delle colline (" Un fiore sulla paura", 2004) e preannunzia interiori tempeste. ( " La stradina",) è un angolo di mondo entro cui l' artista tenta di seguitare il suo percorso di luce.

   
  Dino Carlesi
(critica d'arte)
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